Durante questa estate mi e’ capitato di leggere diversi commenti e critiche conseguenti all’uscita della nuova versione della GPL; due per tutti : Linus Torvalds e Patrizio Tassone, ambedue da me stimati per il loro lavoro e contributo alla “causa” del software libero.
Non ritengo assolutamente le critiche mosse alla GPLV3, incoerenti e prive di fondamento, anzi sono valide e mirate al problema, se si ritiene che la via per la diffusione del software libero, debba avvenire (anche) tramite il canale del business, del lucro e del capitale.
E’ vero, lasciare entrare i capitali nell’Open Source e’ il modo più facile per farlo diventare competitivo (ma non necessariamente migliore) rispetto al software proprietario, ma chi ha bisogno di questo ? chi l’ha detto che lo deve essere a tutti i costi ? Ritengo che arrivare a “Vincere” in questo modo non sia cosi’ gratificante per la comunità.
A detta di molti con la GPL3 si corre il rischio che le grosse aziende con le restrizione sui loro brevetti non riterranno più opportuno e conveniente investire in Software libero e allora ? Chi ha qualcosa da spartire con Larry e Bill? i loro interessi e le loro idee sono in contraddizione con le mie, se in questo momento stanno investendo grossi capitali non lo fanno certo per farci un piacere , se decideranno di non investire vorrà dire che faremmo a meno.
Il capitale e’ (purtroppo) un grande mezzo per espandere in breve tempo un campo di attività, porta però con se numerosi “effetti collaterali”, La GPLV3 ritengo che tenti di mettere una barricata per non far diventare il mondo Open Source un altro terreno di “conquista” e di sfruttamento indiscriminato. Per sua natura e “contraddizione” il capitale ha bisogno di nuovi mercati per continuare ad esistere, la GPLV3 tenta di frenare e di sfruttare questo tallone di Achille, per il bene della comunità, per la salvaguardia e per la produzione del Software libero da vizi.
Quindi se l’introduzione della GPLV3 porterà come conseguenza un allontanamento dei capitali, penso che la contromisura da adottare sarà quella di continuare a produrre del buon software e aspettare il momento (non necessariamente vicino nel tempo) in cui l’esigenza di nuovi mercati da parte del capitale sarà inevitabile, in quel momento l’incontro tra la comunità e le grandi imprese potrà riprendere, a quel punto però la comunità sarà più matura e più consapevole della sua forza e quindi meno disposta ad un approccio schiacciante.
La mia impressione attuale e’ che ci sia una lotta accaparramento indiscriminato e il grado di “purezza” del software libero si stia progressivamente deteriorando, la GPLV3 sta cercando di “ostacolare” questo. Obbiettivamente devo dire che la semplicità d’uso e spesso la qualità e’ migliorata, ad esempio non posso negare che le installazioni di GNU Linux sono molto più facili e affidabili di prima ma se il prezzo da pagare e’ questo, preferisco tornare ad ammattire come qualche anno fa’.
Sicuramente la GPLV3 non e’ la versione definitiva che risolve tutti i problemi del mondo, principalmente evidenzio due bisogni primari il primo più semplice e risolvibile nel breve periodo, l’altro come progetto da valutare a lungo termine :
Non ritengo assolutamente le critiche mosse alla GPLV3, incoerenti e prive di fondamento, anzi sono valide e mirate al problema, se si ritiene che la via per la diffusione del software libero, debba avvenire (anche) tramite il canale del business, del lucro e del capitale.
E’ vero, lasciare entrare i capitali nell’Open Source e’ il modo più facile per farlo diventare competitivo (ma non necessariamente migliore) rispetto al software proprietario, ma chi ha bisogno di questo ? chi l’ha detto che lo deve essere a tutti i costi ? Ritengo che arrivare a “Vincere” in questo modo non sia cosi’ gratificante per la comunità.
A detta di molti con la GPL3 si corre il rischio che le grosse aziende con le restrizione sui loro brevetti non riterranno più opportuno e conveniente investire in Software libero e allora ? Chi ha qualcosa da spartire con Larry e Bill? i loro interessi e le loro idee sono in contraddizione con le mie, se in questo momento stanno investendo grossi capitali non lo fanno certo per farci un piacere , se decideranno di non investire vorrà dire che faremmo a meno.
Il capitale e’ (purtroppo) un grande mezzo per espandere in breve tempo un campo di attività, porta però con se numerosi “effetti collaterali”, La GPLV3 ritengo che tenti di mettere una barricata per non far diventare il mondo Open Source un altro terreno di “conquista” e di sfruttamento indiscriminato. Per sua natura e “contraddizione” il capitale ha bisogno di nuovi mercati per continuare ad esistere, la GPLV3 tenta di frenare e di sfruttare questo tallone di Achille, per il bene della comunità, per la salvaguardia e per la produzione del Software libero da vizi.
Quindi se l’introduzione della GPLV3 porterà come conseguenza un allontanamento dei capitali, penso che la contromisura da adottare sarà quella di continuare a produrre del buon software e aspettare il momento (non necessariamente vicino nel tempo) in cui l’esigenza di nuovi mercati da parte del capitale sarà inevitabile, in quel momento l’incontro tra la comunità e le grandi imprese potrà riprendere, a quel punto però la comunità sarà più matura e più consapevole della sua forza e quindi meno disposta ad un approccio schiacciante.
La mia impressione attuale e’ che ci sia una lotta accaparramento indiscriminato e il grado di “purezza” del software libero si stia progressivamente deteriorando, la GPLV3 sta cercando di “ostacolare” questo. Obbiettivamente devo dire che la semplicità d’uso e spesso la qualità e’ migliorata, ad esempio non posso negare che le installazioni di GNU Linux sono molto più facili e affidabili di prima ma se il prezzo da pagare e’ questo, preferisco tornare ad ammattire come qualche anno fa’.
Sicuramente la GPLV3 non e’ la versione definitiva che risolve tutti i problemi del mondo, principalmente evidenzio due bisogni primari il primo più semplice e risolvibile nel breve periodo, l’altro come progetto da valutare a lungo termine :
- Trovare un compromesso che possa far conciliare l’utilizzo misto con le precedenti versioni e le altre licenze Free/Open, non tanto per ridurre l’impatto della GPLV3 ma piuttosto per agevolarne il passaggio e la diffusione.
- Trovare delle formule nella licenza per incentivare e far proliferare maggiormente la possibilità di un singolo sviluppatore (FreeLance) di riuscire a vivere di quello che produce, probabilmente la difficoltà nasce dalla massiccia concorrenza delle grandi aziende con grande forza di marketing, magari regolamentando l’uso in ambiente Enterprise, si avrebbero dei ritorni e delle possibilità anche per il singolo programmatore. (Questo e’ però un tema che deve essere trattato separatamente in quanto richiede un attenta valutazione per evitare deviazioni dalla GPL e dalle sue finalità).
Probabilmente i miei giudizi possono essere più ideologici che realistici, ma le valutazioni sulla licenza GPL non penso possano essere solo su aspetti legali o giuridici, dentro di essa c’e’ molto di più c’e’ un pensiero, un’alternativa, un modo diverso di approcciarsi alla creatività e inventiva umana e agli scopi che questa deve perseguire.
Leonardo Benelli