venerdì 9 dicembre 2011

Volontocrazia, il lato buono della Meritocrazia

In un mondo imperniato, sui meccanismi di concorrenza, sull'esigenza di produttività illimitata, e sui concetti di eccellenza, nasce inevitabilmente la necessita' di trovare delle modalità che permettano una correttezza di comportamento e di ricompensa tra i vari attori in gioco.
Nasce così la rivendicazione e la richiesta di maggiore "giustizia", di quelli che pensano (a torto o a ragione) di produrre più di altri.

Ma quali sono i meccanismi che potrebbero introdurre una giustizia in ambito professionale / lavorativo ? molti promuovono il meccanismo della meritocrazia, ma puo' un meccanismo in cui si privilegia, il merito e quindi la capacita' individuale, a uniformarsi a modalità' lavorative, essere il perno dell'equita' sociale e professionale ?
Tale abilita' individuale non e' fonte di caratteristiche intrinseche dell'individuo, ma insieme a molte altre attitudini, e' prevalentemente conseguenza dell'ambiente in cui l'individuo ha vissuto e si e' formato. Quindi il meccanismo di Meritocrazia non farebbe che perpetuare (salvo rare eccezioni) la logica in cui chi ha avuto maggiori possibilità, potrà ambire ad un maggiore benessere.
Probabilmente e' difficile consolidare l'equo concetto di "dare secondo le proprie capacita' e ricevere sulla base dei propri bisogni", dato che l'attuale struttura sociale e produttiva ormai tendente all'individualismo non ne accetterebbe quel senso di giustizia sociale.

Occorre quindi trovare dei concetti e dei contesti su cui ci si può' muovere per trovare il giusto compromesso; e' da qui che prende senso la Volontocrazia, cioè basare il giudizio, non su quanto si produce per merito, ma piuttosto sulla valutazione della Volonta' del soggetto; ciò permette di utilizzare un metro di misura più equo e che sia allo stesso tempo un ottimo "investimento" nel lungo periodo.
Per sua natura anche la Volontà, insieme al merito, al bisogno, etc.. e' poco tangibile e sottoposta a elementi soggettivi, permette pero' di ridurre quel livello di pregiudizio che invece e' presente nel merito e che ne influenza la valutazione.

Per poter arrivare al merito e' necessario che un soggetto abbia fatto un percorso, e in molti casi : l'errore, l'imprevisto, l'immaturità' in fase di scelta, non sono contemplati e il benessere, la fortuna e le strade già "spianate" da altri, potrebbero avere un grosso peso sul livello di merito "immeritato", creando così disugualianze e ingiustizie.

La determinazione sulla base della buona volontà, fa invece partire e ripartire tutti dallo stesso livello, e gli eventuali imprevisti di percorso non pregiudicano in modo irrecuperabile il percorso professionale.
Inoltre la Volontà, in quanto sentimento più "umile", rispetto al Merito che talvolta e' impregnato di arrivismo, porta con se un livello di libertà e di apertura di pensiero, che poi e' il terreno ideale per concepire idee innovative che poi portano al progresso.

La volontocrazia vuole essere quindi quel "neologismo" che promuove l'utilizzo della Volonta', tratto caratteristico di ogni individuo che spesso viene sottovalutato e poco sfruttato, ma che invece potrebbe essere la spinta giusta in molti ambiti.

domenica 27 novembre 2011

Pane, Nutella e Social Network

Non sono mai stato un estimatore dei Social, riconoscendo comunque il loro ruolo di aggregatori di notizie e di "terapeuti" del bisogno di socialita' di ogni individuo.
Ritengo pero' che il loro uso smodato e soprattutto la mancanza di separazione del proprio contributo sulla base dei contesti della propria vita sociale, abbia impedito e chiuso le porte ad un corretto e piu' produttivo impiego. 
Il fatto che fino ad oggi non ci sia stata presenza del concetto di Liste nel caso di Facebook e di Cerchie nel caso di Google+, ha portato alla degenerazione che ci ha fatto postare "Buona giornata, oggi sto mangiando pane e Nutella ... " anche alla persona che hai visto una volta nella tua vita o che ha il tuo stesso cognome ma che sta dall'altro capo del mondo o del tuo albero genealogico, al contatto su cui tratti argomenti di carattere professionale o al conoscente/collega/amico che non sopporti, che pero' per la propria reputazione digitale, pare brutto togliere come "Amico".
Penso che tutto questo ha trasformato i Social in generale e Facebook in particolare, in un "Simpatico" prodotto di Entertainment, che ha bloccato un uso molto piu potente e rivoluzionario, il condizionamento individuale del modo di operare in ambito Social, penso che abbia impedito e impedira' per i prossimi anni un adozione di tali meccanismi di comunicazione in ambito Enterprise e come meccanismo di comunicazione "ufficiale", magari di organismi autorevoli e/o istituzionali nei confronti di una vasta platea, per l'evoluzione che tocchi veramente l'ambito sociale.
Puntando fin da subito sul concetto di cerchie e sul fatto che si riparte da zero, al momento l'unica alternativa solida arriva da Google+, che speriamo che possa portare aria fresca e un diverso meccanismo che introduca quel valore aggiunto che adesso e' inibito.
Purtroppo il "conflitto di interessi" in cui Google opera, non agevola la trasparenza e la bonta' di tale progetto, magari finira' per essere un "Facebook 2", con l'aggiunta che questa volta ci ritroveremo la pubblicita' della Nutella, anche in Gmail, Youtube e il pin su Google Maps che indica lo stabilimento della Ferrero, non appena staremo postando "Buona giornata, oggi sto mangiando pane e Nut...".